Ci sono sogni che il denaro può comprare, altri che non hanno valore. In un’epoca nella quale tutto corre e cambia alla velocità di un click, in cui il dopo è adesso, in cui si valuta e ci si valuta in base al potere economico e al ‘successo mediatico’, si è smesso di sognare, di giocare, di stupirsi, si è smesso di farsi troppe domande, le risposte si trovano su Google o sui social. Intorpiditi, storditi, quasi annichiliti dalla troppa ‘informazione’, la continua ricerca di ‘facili modelli’ ci priva della reale possibilità di conoscerci, di ascoltarci, di sognare o immaginare. “Dreams That Money Can (‘T) Buy” è il nostro sogno, è la nostra idea di arte adesso, è la voglia di coinvolgerti in una mostra che parla dei meccanismi più reconditi del sogno, che vuole farti osservare ‘con lo sguardo di un bambino’, che vuole stupirti, divertirti, farti ricordare quanto sia importante sognare!
Il progetto curatoriale si sviluppa a partire dal noto lungometraggio del 1947 di Hans Richter, “Dreams that Money Can Buy”. Il film si apriva con queste parole ipnagogiche: “ognuno di noi sogna, ognuno di noi a volte viaggia in paesi dove una forma particolare di bellezza, saggezza, avventura, ci aspetta. Questa è una storia di sogni mescolati con la realtà”. Come sottolineato da Capasso, è un film sul desiderio, sui suoi meccanismi nascosti e sulla possibilità di renderli evidenti, di oggettivarli, anzi sulle possibilità che questi divengano un oggetto, affinchè i soldi possano diventarne il controvalore. E dunque… se l’arte nascesse veramente dai sogni? Quanto vale sognare? Cosa costano i sogni? Da qui parte il lavoro degli artisti partecipanti a questo progetto, la maggior parte dei quali lavorerà site specific per la mostra.
L’allestimento della mostra e la scelta degli artisti chiamati a prender parte alla realizzazione della stessa vorrebbe favorire la partecipazione attiva del pubblico al percorso di visita, vorrebbe stimolarne interesse e curiosità in un processo di scoperta e di apprendimento il più possibile coinvolgente. Si vorrebbe invitare il pubblico a riflettere sui contenuti del progetto e sul lavoro degli artisti eliminando quella distanza spesso presente tra il visitatore e il lavoro dell’artista contemporaneo, che in realtà è testimone dello stesso presente. I lavori presentati saranno opere pittoriche, sculture (installazioni site specific), video-installazioni. Sono previste installazioni con cui interagire e un’installazione che sarà creata interamente dai visitatori. Per consentire al visitatore di ‘estendere’ immediatamente reazioni ed emozioni sperimentate durante il corso della visita alla sua cerchia di conoscenze attraverso la condivisione sociale virtuale, vorremmo fornire agli utenti tutti gli strumenti necessari per favorire tali interazioni (wi-fi gratuita, profili social della mostra), oltre ad offrirgli un allestimento tale da favorire questi processi.